Lo sbiancamento dentale è uno dei trattamenti più richiesti al dentista. Tutti desiderano avere un sorriso bianco e luminoso e i modi per esaudire questa richiesta sono più di uno. In questo articolo spieghiamo il funzionamento di un trattamento sbiancante per denti, presentando le diverse vie che possono essere percorse per avere dei denti più bianchi di qualche tono.
Discuteremo anche delle controindicazioni al trattamento e di come gestire al meglio queste situazioni qualora si presentassero. Lo sbiancamento dei denti è l’intervento di base dell’estetica dentale, ovvero quell’approccio alla disciplina che studia le tecniche per curare i difetti dell’aspetto del singolo dente, come la discromia dentale, e delle arcate in generale.
Sbiancamento dei denti: come funziona
Prima di spiegare come funziona un trattamento di sbiancamento dentale, bisogna capire da che cosa è originato il colore che noi percepiamo. La tinta del dente infatti non è data solo dallo smalto come spesso si crede. Lo smalto è uno strato protettivo trasparente che incapsula la dentina, la vera sostanza responsabile della colorazione del dente.
Il colore del dente è dunque primariamente dato da ciò che sta al suo interno, ma è anche vero che lo smalto gioca un ruolo importante: se siamo abituati a consumare alimenti che creano macchie sui denti come the, caffè, pomodoro e curry è facile che lo smalto col tempo si macchi e perda la sua trasparenza.
Un trattamento professionale di sbiancamento dentale fa uso di una sostanza, il perossido di idrogeno (o perossido di carbammide), e di una luce a LED. Il perossido di idrogeno viene applicato sotto forma di gel su tutta la superficie dei denti del paziente. Questo prodotto permette l’apertura dei pori dello smalto e libera ioni in grado di attivare il processo sbiancante all’interno del dente. La luce a LED ha il compito di accelerare questo processo.
Quanto riesce a sbiancare un trattamento di questo tipo? Una seduta professionale di sbiancamento dentale può arrivare a migliorare la tinta del dente di 7 tonalità. In ogni caso l’efficacia dello sbiancamento dipende non solo dal trattamento in sé, ma anche in grande parte dal paziente e dalle caratteristiche intrinseche dei suoi denti.
Sbiancamento denti: tipologie
Il trattamento di sbiancamento dei denti può essere fatto in diversi modi. Due sono i principali: lo sbiancamento dentale LED professionale e lo sbiancamento dentale domiciliare con l’ausilio di mascherine.
Sbiancamento dentale LED
Lo sbiancamento dentale con luce a LED è quello che avviene all’interno di uno studio dentistico. Le arcate vengono cosparse accuratamente di gel con perossido di idrogeno e la luce LED accelera la scissione della sostanza in ossigeno. Rispetto al trattamento casalingo viene utilizzata una miscela con percentuale maggiore di perossido di idrogeno, dunque si hanno risultati visibili fin da subito e tempistiche molto più brevi. Una sessione di sbiancamento dentale con luce a LED dura infatti circa 30 minuti.
Sbiancamento dentale a casa
I pazienti hanno anche la possibilità di optare per lo sbiancamento dei denti “a domicilio”. In questo caso si procede creando prima di tutto un calco della dentatura e le rispettive mascherine. Vengono poi consegnati al paziente la sostanza con perossido di idrogeno e una siringa per poterla spalmare sulla mascherina. Il paziente deve mantenere la mascherina applicata ogni notte per almeno 2 settimane. Il trattamento dura così a lungo perché la percentuale di perossido qui utilizzata è molto minore. Lo sbiancamento dentale a casa perde di efficacia se il paziente non rispetta la terapia o se assume troppo spesso alimenti pigmentati. Anche in questo caso è meglio se il paziente intraprende questo percorso con il dentista esperto come quelli dello Studio Dentistico Dottor Gola.
Esistono altri modi per sbiancare i denti. Ad esempio, lo sbiancamento veloce. Questo tipo di trattamento dalla durata di 10 minuti viene effettuato subito dopo la seduta di igiene orale professionale. Ha un’efficacia minore, ma riesce comunque a migliorare il colore dei denti di 2 o 3 toni.
L’utilizzo di dentifrici sbiancanti per un’operazione di sbiancamento è sconsigliato. I microgranuli contenuti in questi prodotti possono essere abrasivi e l’efficacia della loro applicazione è bassa e limitata nel tempo.
Trattamento sbiancante denti: controindicazioni
Esistono delle controindicazioni all’eseguire trattamenti di sbiancamento per i nostri denti? Sì.
- Prima di procedere allo sbiancamento bisogna assicurarsi che non siano presenti carie o altre fragilità nel cavo orale. In tal caso, si devono assolutamente sistemare queste situazioni prima di fare qualsiasi altra cosa.
- Le gengive possono irritarsi. Il perossido di idrogeno o di carbammide possono irritare l’apparato gengivale se vengono a contatto con esso. L’irritazione è solitamente passeggera.
- I denti aumentano la loro sensibilità. Agendo sui pori dello smalto e della dentina, il perossido di idrogeno aumenta la sensibilità del dente nel periodo immediatamente successivo allo sbiancamento. Durante questo lasso di tempo bisogna stare attenti a ciò che si mangia per non sforzare i denti o vanificare il trattamento.
- Non bisogna esagerare. Soprattutto nel caso dei trattamenti a domicilio, è fondamentale rispettare le indicazioni dell’odontoiatra. Avere i denti bianchi può diventare una vera e propria ossessione e può arrivare a danneggiare il vostro sorriso.
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