L’iperplasia gengivale è una patologia che consiste nella crescita abnorme del tessuto gengivale, il quale arriva a coprire ampie parti dei denti, talvolta rendendo addirittura difficoltose la masticazione e l’articolazione delle parole.
L’aumento incontrollato delle dimensioni delle gengive è provocato da un’infiammazione acuta del tessuto gengivale che può essere provocato da vari fattori, tra cui l’assunzione di alcuni tipi di farmaci.
Purtroppo questa patologia causa gravi problemi di autostima alle persone che ne soffrono, dal momento che causa deficit estetico significativo. Fortunatamente si tratta di una patologia che è possibile trattare sia attraverso un approccio farmaceutico sia attraverso un approccio più pertinente alla chirurgia.
Iperplasia gengivale – cosa è
Come già accennato, l’iperplasia gengivale è l’aumento incontrollato del numero delle cellule delle gengive, che finiscono per inglobare i denti al loro interno impedendo una corretta masticazione e addirittura una corretta disposizione dei denti.
I sintomi più comuni dell’iperplasia, conosciuta anche come ipertrofia gengivale, sono:
- gengive sovradimensionate e infiammate
- alitosi
- dolore acuto durante la spazzolatura dei denti
- difficoltà durante la masticazione e l’articolazione delle parole.
È stato constatato che l’iperplasia si manifesta più spesso in soggetti maschi e giovani, soprattutto se trascurano o eseguono in maniera insoddisfacente l’igiene orale quotidiana. Infatti, anche se non sempre la presenza di placca è una causa sufficiente al manifestarsi dell’iperplasia, è certamente un fattore aggravante di questa condizione della bocca.
Se si manifesta in bambini tra i 5 e i 12 anni, cioè nel periodo in cui i denti decidui vengono sostituiti dai denti permanenti, l’eruzione dei denti permanenti potrebbe risultare ritardata o avvenire in maniera disordinata.
Oltre a generare problemi nello svolgimento di funzioni necessarie all’organismo come il nutrirsi, l’iperplasia è un grosso ostacolo alla vita sociale del paziente che ne soffre, il quale può arrivare a trovare difficile sorridere, parlare o mangiare in pubblico.
Iperplasia gengivale – cause
L’infiammazione delle gengive che scatena l’ipertrofia gengivale può essere causata da vari fattori, tra i quali il più comune è la scarsa o scorretta igiene orale.
La placca è infatti la causa più frequente dell’infiammazione gengivale, non soltanto in pazienti che soffrono di iperplasia, ma anche nei pazienti che soffrono di altri tipi di patologie.
Nel tentativo di combattere l’infezione causata dalla placca, le gengive tendono a ingrossarsi, arrossarsi e sanguinare ed è questo che dà origine ai principali sintomi dell’ipertrofia gengivale.
Tra le possibili cause dell’iperplasia si annoverano anche i cambiamenti ormonali che si verificano in gravidanza nel corpo delle donne. Una volta portata a termine la gestazione, cioè a parto avvenuto, i livelli ormonali delle donne tornano a livelli normali e si assiste a un naturale e spontaneo regredire dell’iperplasia gengivale.
Purtroppo anche il diabete, la leucemia, l’HIV, il morbo di Crohn, il diabete, il linfoma e carenze vitaminiche di vario tipo possono comportare l’iperplasia gengivale. In questi casi il trattamento di queste patologie è in grado di far rientrare o comunque di indurre la diminuzione dell’iperplasia.
Alcune molecole farmacologiche come la nifedipina (un farmaco calcio – antagonista), la ciclosporina (un immunosoppressore) e la fenitoina (un antiepilettico) sono tra le cause dirette dell’iperplasia.
Ci possono essere infine cause genetiche ereditarie per l’iperplasia gengivale: l’incidenza di questo problema è di 1 caso ogni 350.000 individui. In questo caso le gengive non appariranno infiammate, ma rosee e in piena salute. Il loro accrescimento abnorme è dovuto semplicemente a un’eccessiva produzione di collagene da parte dell’organismo.
Ipertrofia gengivale – cura
L’iperplasia gengivale può essere curata risolvendo le cause dell’infezione gengivale.
Dal momento che la placca è la causa più frequente di infezione, è sufficiente indurre il paziente ad eseguire una continua, corretta e costante igiene dentale grazie all’utilizzo di strumenti adeguati come spazzolino (possibilmente elettrico), scovolino o filo interdentale, collutorio antibatterico. Sarà inoltre buona abitudine sottoporsi periodicamente all’igiene orale professionale.
Se la causa scatenante dell’iperplasia è la terapia farmacologica con i farmaci già elencati, la sospensione della terapia e la sostituzione dei farmaci in questione sarà l’unica cura possibile per la risoluzione del problema.
Quando l’iperplasia si presenta per cause genetiche, l’unico modo per liberare i denti e rendere più semplice la masticazione è agire per via chirurgica, rimuovendo con il laser o con il bisturi il tessuto gengivale in eccesso. Non bisogna dimenticare però che il tessuto gengivale tornerà ad accrescersi a causa della continua produzione di collagene, quindi potrebbe essere necessario sottoporre il paziente a uno o più interventi successivi di gengivectomia.
Un’alternativa, sempre di tipo chirurgico, è un intervento nel lembo parodontale, che consiste nell’apertura delle gengive, nella rimozione chirurgica della placca annidata sotto le gengive e sull’osso, quindi nel riposizionamento delle gengive più in basso rispetto alla condizione iniziale. L’obiettivo di questo intervento è di limitare la quantità di placca presente in prossimità delle gengive e favorire una più veloce guarigione dell’infiammazione. Inoltre il riposizionamento delle gengive consente di lasciare scoperta una porzione di dente sufficiente alla masticazione.
Leggi anche l’articolo: Rigenerazione ossea dentale: cos’è e quando farla