Diversi studi riportano che circa una persona su tre è affetta da asimmetria mandibolare. Si tratta di ricerche che prendono in considerazione popolazioni diverse con tratti somatici altrettanto vari. Questa varietà del campione è composta grazie ai database di ricerca medica che assicurano la validità dei risultati.
La maggior parte delle asimmetrie mandibolari diventano malocclusioni, ovvero chiusure errate delle arcate, mettendo così a repentaglio la salute della mandibola e della sua articolazione. In questo caso le statistiche parlano di circa il 70% di asimmetrie che sfociano in una malocclusione.
Oltre a essere considerate dei fattori di rischio, le asimmetrie mandibolari sono un problema anche a livello estetico. Spesso infatti sbilanciano le proporzioni del viso in termini di dimensioni, forma e posizione delle strutture scheletriche creando un disagio considerevole al paziente, soprattutto quando si trova in contesti sociali.
In questo articolo esploriamo a fondo le asimmetrie indagando le loro cause, le diverse tipologie e i rimedi ideali per trattarle. Prima di iniziare ricordiamo però che l’uomo non è un animale perfettamente simmetrico: una leggera differenza tra i due emivolti è del tutto normale ed è anzi un tratto caratterizzante della morfologia di ogni persona. Ci si deve rivolgere al dentista solo nel caso in cui la differenza sia particolarmente evidente o abbia subito un cambiamento repentino nel giro di qualche mese.
Asimmetria mandibolare: cos’è
L’asimmetria mandibolare avviene quando le linee mediane o le arcate si discostano dalle posizioni ideali per ragioni dentarie o scheletriche. Nello specifico, l’asimmetria viene calcolata in base alla distanza tra i 3 punti centrali: Pogonion, Gnathion e Menton. Se lo scarto è inferiore ai 2 mm l’asimmetria è lieve, fino ai 4 mm è moderata per poi tramutare in grave oltre i 4 mm.
Chi è affetto da asimmetria mandibolare sperimenta una mancanza di armonia e simmetria tra i lati del viso. Questo fatto comporta dei disturbi temporo mandibolari nel lungo periodo.
Le cause di una mandibola asimmetrica possono essere principalmente tre:
- Familiarità: trasmissione genetica e tratti comuni in famiglia possono trasferire l’asimmetria di generazione in generazione.
- Crescita: uno sviluppo impari della struttura facciale produce in tarda età una mandibola asimmetrica.
- Traumi e infezioni: qualsiasi trauma facciale, frattura o infezione delle aree dell’articolazione temporomandibolare può portare a un’asimmetria facciale e mandibolare.
Nella maggior parte dei casi un’asimmetria mandibolare sfocia in un caso di malocclusione. Le malocclusioni possono presentarsi su tre piani: verticale, trasversale e anteroposteriore.
Chi ha una malocclusione verticale può avere un morso aperto (non riesce a chiudere i denti) o un morso eccessivo (l’arcata superiore copre più di un terzo dei denti inferiori).
Nel caso di malocclusioni sul piano trasversale si ha o il morso incrociato (quando porzioni dell’arcata superiore sono all’interno di quella inferiore) o il morso a forbice (le cuspidi dei denti non entrano a contatto).
Infine, per le malocclusioni anteroposteriori abbiamo la retrognazia (quando l’arco superiore è più avanzato di quello inferiore) o il prognatismo (quando l’arcata inferiore è davanti a quella superiore).
Asimmetria mandibolare – rimedi
La cosa più auspicabile per il trattamento dell’asimmetria mandibolare è agire in tenera età. Fino agli 11/12 anni il bambino è ancora nel pieno del suo sviluppo osseo e l’ortodontista è in grado di guidarne la crescita.
Si consiglia di rivolgersi al dentista fin da subito, soprattutto nei casi di asimmetrie mandibolari genetiche o che si manifestano all’inizio della crescita. In questi casi la soluzione è l’installazione di apparecchi fissi o mobili che correggono la forma della mandibola e ne bilanciano lo sviluppo.
Quando si parla di adulti la soluzione è più lunga e complessa. Una volta che le ossa hanno terminato la loro crescita è difficile intervenire se non con un intervento chirurgico. Naturalmente si opta per questa soluzione soprattutto nei casi più gravi, mentre per le sintomatologie lievi si preferisce applicare piccole correzioni tramite l’ortodonzia utilizzando bite e allineatori invisibili. In questi casi l’obiettivo è lavorare di fino cercando di ripristinare il prima possibile un sorriso simmetrico.
Asimmetria mandibolare – intervento chirurgico
L’intervento chirurgico per trattare l’asimmetria mandibolare può essere di due tipologie: monomascellare o bimascellare. Nel primo caso il chirurgo agisce solo su una delle ossa mandibolari o mascellari, mentre nel secondo su entrambe. Per l’asimmetria mandibolare l’ intervento è invasivo sia che sia monomascellare o bimascellare, dunque il periodo postoperatorio sarà di media-lunga durata.
L’asimmetria mandibolare e la relativa malocclusione non sono però da considerarsi completamente curate semplicemente con la chirurgia. Una volta che le ossa sono state riportate al loro stato ideale e simmetrico, bisogna infatti lavorare sulla dentatura in modo tale che questo cambiamento non vada perduto.
All’intervento si abbinano sempre dei bite e degli allineatori che correggono la posizione dei denti e supportano il nuovo assetto di mandibola e mascella. Dentro la nostra bocca vivono costantemente numerose forze che si contrastano e si oppongono tra loro: è compito del dentista e dell’ortodontista mantenere queste forze in equilibrio per assicurare al paziente una vita serena e un sorriso perfetto.
Leggi anche l’articolo: Corticotomia ortodontica: tecnica, efficacia, risultati