Anestesia dal dentista: funzionamento e tipologie

Per moltissimi pazienti l’immagine della sedia del dentista è direttamente collegata al dolore che si prova nel corso delle visite. Fortunatamente però l’odontoiatria ha sviluppato una serie di procedure anestetiche estremamente efficaci e versatili che, nella stragrande maggioranza dei casi, non sviluppano effetti collaterali.

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Anestesia dal dentista: funzionamento

L’anestesia dal dentista viene utilizzata esclusivamente nel corso di piccoli o grandi interventi di chirurgia odontoiatrica. Il professionista sceglie, tra le varie tipologie di anestesia che gli è possibile praticare, quella più adatta al caso specifico e alle necessità del paziente.

In linea generale l’anestesia dal dentista, per il paziente, si risolve nella vaporizzazione di uno spray anestetizzante (nei casi in cui sia necessaria una breve e leggera anestesia locale) o in una piccola puntura indolore sul luogo interessato dall’intervento.

L’anestetico che viene iniettato nel paziente contiene solitamente lidocaina, mepicavacaina, bupivacaina e articaina in diverse concentrazioni, a seconda della profondità dell’anestesia che si intende ottenere.

Oltre all’anestetico si inietta nel paziente anche adrenalina che, grazie alla sua funzione vasocostrittrice, riduce il rischio di emorragie e allunga il tempo di efficacia dell’anestetico.

L’obiettivo dell’anestesia è indurre una perdita di sensibilità nella zona da trattare affinché i nervi non trasmettano al cervello gli stimoli dolorosi: così facendo non vengono percepiti.

La durata dell’anestesia viene calibrata sulla durata dell’intervento da eseguire e in genere il suo effetto scompare nel giro di 3 o 4 ore dal momento dell’iniezione. Bisogna specificare però che alcuni pazienti potrebbero smaltire l’anestetico più velocemente o più lentamente della media.

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Anestesia dentale: tipologie

Come già accennato esistono diversi tipi di anestesia dentale, ognuno dei quali in grado di rispondere a determinate esigenze cliniche.

  • Anestesia Superficiale – Si limita ad anestetizzare la mucosa e si ottiene attraverso l’applicazione di un gel o di uno spray anestetizzante. È di breve durata e il suo effetto è circoscritto alla sola area su cui viene applicato l’anestetico.
  • Anestesia d’Infiltrazione – Si effettua iniettando l’anestetico direttamente nei tessuti da trattare ed è in grado di anestetizzare i tessuti in profondità.
  • Anestesia Tronculare (o del blocco nervoso) – L’anestetico si inietta nei pressi di un nervo periferico, in modo da raggiungere un’area più estesa rispetto a quella che sarebbe possibile raggiungere con i due precedenti tipi di anestesia. Naturalmente non è un’anestesia superficiale ma interessa anche tessuti siti più in profondità.
  • Anestesia Intraligamentosa – È stata sviluppata per sostituire la tronculare nel caso di pazienti affetti da diabete o malattie coagulative che, se si usasse la tronculare, potrebbero sviluppare emorragie. È l’unica tecnica che può essere impiegata sia da sola, che in combinazione con altre.
  • Anestesia Intrapulpare – Si impiega esclusivamente per trattare la pulpite in quei pochi pazienti refrattari all’anestesia. Si tratta di un’anestesia estremamente localizzata dal momento che la sua efficacia si applica alla sola polpa dentale del dente da trattare e ha un effetto immediato.
  • Anestesia Totale – Dal dentista raramente si viene sottoposti ad anestesia totale, ma questo tipo di anestesia si rivela necessaria quando si deve sottoporre il paziente a interventi molto invasivi di chirurgia maxillofacciale.

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